Percorrendo l’alta Provenza, tra la Durance e il Mont Ventoux , ci si imbatte in piccole/grandi realtà cresciute a scopo divulgativo e conservativo non solo per non disperdere il patrimonio storico architettonico dei luoghi, ma anche per concedere spazi rilevanti al patrimonio vegetale.
Ho già parlato del roseto dell’ Abbaye de Valsainte , oggi voglio parlare del Conservatoire Etnobotanique de Salagon , situato nei pressi di Forcalquier . Salagon è un sito ricco e complesso , insieme monumento storico prestigioso con 2000 anni di storia che conserva ricche collezioni etnografiche , centro di ricerca e documentazione che ospita mostre temporanee e spazio all’aperto sistemato in giardini etnobotanici inseriti nel paesaggio.
Nato nel 1981 ad opera del movimento Alpes de Lumiere , questo progetto culturale si era posto come obiettivo principale quello di raccontare ai visitatori il rapporto millenario tra le piante e l’uomo , attraverso 4 giardini tematici che raggruppano le specie a seconda dell’utilizzo, delle epoche storiche e dalla provenienza geografica . Lo scopo non era tanto quello di esaltare la dimensione estetica ed ornamentale del verde , quanto di far conoscere l’importanza che la vegetazione ha avuto per l’uomo attraverso i secoli.
Ed ecco allora il “Giardino dei semplici” o delle piante di campagna , che narra della relazione incessante tra i contadini e il patrimonio vegetale disponibile spontaneamente (o coltivato nei piccoli orti) e da cui traevano materiali per la vita di tutti i giorni, alimenti , principi medicinali ( ortica, bardana, artemisia, .chelidonia..).
Nel “Il giardino medievale” con più di 400 specie vegetali utilizzate e coltivate soprattutto nei monasteri prima della scoperta delle Americhe, si racconta invece lo spirito del giardino nel medioevo e dei suoi molteplici usi. Il giardino qui rappresentato, pensato come a una sintesi semplice e fedele di ciò che si coltivava in quel periodo, si basa su un inventario del Capitolare De Villis della fine dell’VIII secolo ) che catalogava la flora coltivata dei giardini , campi e frutteti carolingi. Suddiviso in tre aree ( le aiuole delle piante medicinali, l ‘ orto, e il giardino floreale ) ospita specie solo Europee con qualche eccezione per alcune di provenienza africana o del vicino oriente. Essendo coltivazioni precedenti alla scoperta delle Americhe non si possono trovare quindi le solanacee, come il pomodoro, il peperone o la patata, né zucche , zucchine o fagioli . Cavoli, cipolle porri , bietole ,spinaci , amaranti e borragine oltre ai cereali , sono invece le specie alimentari più comunemente coltivate in quel periodo storico.
Il “Giardino di fragranze” è nato su un’installazione temporanea di piante aromatiche locali in seguito allargata al vasto mondo delle fragranze vegetali provenienti da tutto il mondo ( anche se vi si ritrovano soprattutto rappresentanti delle regioni mediterranee magari provenienti da più lontano ma in questi climi ben ambientati) . Ritroviamo ben rappresentate le famiglie delle Labiatae ( rosmarino, timo, salvia, origano, santoreggia…) , Compositae ( santolina, tanaceto, camomilla, artemisie che comprendono assenzio e genepì …), Ombrellifere ( aneto, anice, finocchio, coriandolo, cumino, prezzemolo…), specie dalle foglie aromatiche e quelle dai fiori profumati oltre a Citrus e Rutaceae unici due esempi di piante che posseggono entrambe le qualità.
Di recente realizzazione invece “ Il Giardino dei tempi moderni “ , un vasto giardino di 2 ettari nato con propositi biogeografici, storici, etno-botanici e paesaggistici. Abbecedario floristico delle specie utili ( ( alimentari, aromatiche, industriali ) od ornamentali suddivise per provenienza geografica , aiuta a capire il ruolo dei vegetali nel progresso delle società ponendo l’accento sul binomio cereali/civiltà. In ogni parcella relativa alle varie aree geografiche vi è infatti la presenza del cereale che identifica il sostentamento di base di ogni civiltà : l’orzo e il grano per l’antico mondo occidentale, il riso per l’Asia tropicale e subtropicale , il mais per le Americhe, il miglio e il sorgo per l’Africa.
Un progetto ambizioso che meriterebbe più di una visita
Musée-Conservatoire Ethnologique de Haute-Provence
Prieurè de Salagon- Rn 100-04300 Mane www.musee-de-salagon.com
Davvero molto interessante! Grazie alla descrizione e alle foto è come se mi fossi fatta una breve gita in quei luoghi, mi sembra quasi di percepirne le essenze e i profumi! Posto senz’altro da andare a visitare!